A Taranto cerco un posto per
dormire, alberghi liberi nemmeno l’ombra, tutto requisito da
ufficiali americani ed inglesi.
Un albergatore m’indica una casa che dava alloggio a
forestieri, mi precipito e trovo un posto in una stanza non tanto
grande, dove ci sono 12 giacigli.
Accetto e penso: questo è meglio della tenda: ma alla notte
uno russa, l’altro tossisce, quello va al gabinetto,
l’altro suona ... la tromba... e cosi via fino al mattino.
Il 5 dicembre porto i quattro
camion al Reparto Munizioni, carico e via per Airola.
Arrivo ad Airola verso sera, trovo solo il Comando, la truppa
è già partita per il fronte.
Al 6 dicembre parto anch’io per il fronte di Monte Lungo con
i camion e dopo una estenuante faticata per il congestionato
traffico arrivo a circa due chilometri dal punto dov’era la
mia batteria; è notte fonda, non conosco la strada, mi metto
sotto un boschetto a circa 20 metri da un cannone da 210 americano.
Verso mezzanotte una cannonata
tedesca lacera il silenzio notturno e mi fa sobbalzare mentre
dormivo sopra il carico delle granate. Salto giù dal camion
e cerco un riparo, ma dove, non ci sono buche o ripari di sorta e
così seduto di fianco ad una ruota del mio automezzo
osservo, con meraviglia, il 210 americano che spara, una dietro
l’altra granate alla batteria tedesca, che nel frattempo si
era fatta sentire più volte.
Sembrava la fine del mondo, proiettili che partivano con una lunga
fiammata ed un suono lacerante e granate che esplodevano
nelle vicinanze con schegge che sibilando andavano a conficcarsi negli
alti alberi del bosco.
Dio volle che dopo una
mezz’ora tutto si acquietò e potei ritornare al
mio giaciglio pensando tra me: "Gianni, questo è
il tuo primo giorno di guerra, se non ti capita niente è
anche un pò divertente", sembrava di essere nella piazza di
Fanzolo a godersi i fuochi artificiali alla sagra dei Santi Salvatore e
Corona, i protettori del paese.
Al mattino del 7 dicembre 1943 15 aerei tedeschi sono sopra di noi, ma
quando i primi sette picchiano verso le postazioni americane ed
italiane,... sono abbattuti da un fuoco di sbarramento di circa 280,
tra cannoni antiaerei e mitragliatrici: i rimanenti non tentano nemmeno
la picchiata,
fuggono precipitosamente.
Un aereo cade a circa 100 metri dalla
postazione del 210 americano, accorriamo
sul punto dell’impatto e troviamo una grossa buca che aveva
inghiottito la parte centrale dell’aereo, del pilota, una
bionda ciocca di capelli
appiccicata ad un pezzo d’ala.
Parto verso le 10 e dopo poco sono in Batteria con le munizioni che
distribuisco alle tre batterie del 2° Gruppo obici da 100/22.
Il giorno dopo, 8 Dicembre 1943, sarà il grande
giorno del 1° Raggruppamento Motorizzato Italiano comandato dal
generale Vincenzo Dapino.
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