A dicembre 1944 lasciamo Piedimonte d’Alife ed arriviamo a Canale Monterano, centro del Lazio, in provincia di Roma, sui monti Sabatini ad ovest del Lago di Bracciano.
Nei pressi rovine di Monterano, paese
abbandonatoall’inizio del XIX secolo a causa della malaria.
Alloggio in un appartamento posto nella piazza centrale, conosco delle
ragazze che alla sera m’invitano nelle loro case. Il mio
fiuto adocchia una maestrina, Maria, e così trascorro serate
romantiche con passeggiate nei numerosi boschi di questa zona.
Il più delle volte con alcuni artiglieri
ci riuniamo nell'abitazione di Agnese.
Qui stanze tutte
tappezzate da manifesti con ritratti di Stalin, Togliatti,
bandiere rosse con una falce ed un martello incrociati;
vengo a sapere che il padre di questa ragazza milita nel partito
comunista.
Per la prima volta sento il nome di
questo
nuovo partito e conosco i personaggi che lo rappresentano.
Con il Rizzi spesso confezioniamo i tortellini
«tortelen» come gli chiama Fermo e cosi possiamo
degustare
questa specialità che non avevamo da parecchi mesi. Maria
era sfollata da Roma, ove il padre medico condotto e due fratelli
ingegneri svolgevano il loro lavoro.
Verso la metà del mese ritorna nella sua città,
cosi nell’andarla a trovare, alla domenica, posso visitare la
città eterna con tutte le sue bellezze.
Don Giovanni Bonomi organizza una visita, per un gruppo di artiglieri
del II Gruppo, in Vaticano.
Da
uno dei suoi libri ho tratto questo brano:
"Organizzai la visita al Santo Padre dopo aver preso accordi con il
comandante e comunicai la concessione. L’annuncio mise
elettricità nel corpo dei miei artiglieri. Mi tempestavano
di domande, mi chiedevano le formalità,
volevano affrettare il tempo.
Con il primo nucleo di 400 partii il 15 gennaio 1945. Nevicava, ma per
le sette tutti erano pronti già sugli automezzi,
allegri e festosi. L’udienza era fissata per le dodici e
mezzo; si ebbe così abbastanza agio di fare un giro per Roma
per una visita sommaria ai principali monumenti.
Alle 12,30 salivamo lo scalone del Vaticano.
L’udienza era imminente. Leggevo negli occhi dei miei ragazzi
l’ansia, il desiderio, la gioia. "Padre, potremo parlargli!"
Chiedevano, "Lo vedremo da vicino! Saprà che siamo italiani.
Ci benedirà gli oggetti!".
Tutti avevano involtini e scatolette. Quando, sulla sedia gestatoria, avvolto nel suo manto rosso, Pio XII apparve nella sala, ci fu un brusio, un ondeggiare, un alzarsi sulla punta dei piedi, un accalcarsi verso la corsia. Guardavano fissi, attenti, stupiti. Il Papa avanzava lentamente benedicendo, sorridendo, guardando uno ad uno. I cuori battevano forte, le bocche erano stupite, le palpebre immobili. Si avrebbe voluto tutt’insieme fare segni di croce, battere le mani, gridare, pregare. Ad alcuni luccicavano gli occhi. Era quello, dunque, il Papa! era quello il Padre di tutti i Cristiani? Ecco il Vicario di Cristo che, nella sua bontà e premura per tutti, non aveva dimenticato i soldati! Lui s’è interessato di noi! Lui ci ha fatto avere notizie delle nostre famiglie!
Salì
in trono parlò a noi, proprio per noi. Sapeva
che eravamo della "Legnano" e ci disse che il nome era un programma,
una promessa, una garanzia!
E ci assicurò che era contento di trovarsi con i soldati
italiani.
Oh come furono accolte, e come scesero, e come si impressero quelle
parole!
A distanza di mesi gli Artiglieri
dell’Undicesimo con orgoglio le rievocavano quelle nobili
espressioni, dette proprio per loro, dal grande Pontefice.
Finito il discorso, mi portai a fianco del S. Padre per presentargli
gli ufficiali.
Quindi sfilarono davanti, uno ad uno, per il bacio del S. anello
assieme ad un gruppo di soldati. Per ognuno il Santo Padre aveva una
parola. A ciascuno chiedeva il nome, il grado, e notizie di casa e dei
suoi cari. Ed essi, i cari giovanotti, ne erano fieri e commossi:
alcuni rispondevano franchi, altri, poveretti, si impacciavano confusi
e tremanti.
Un caporale, al quale il Papa aveva chiesto come stava, rispose,
scattando sull’attenti:
"Bene e Lei Signor Papa?" Sorrise Pio XII e: "Grazie, anch’io
sto bene" e gli toccò la guancia.
Tornati alle loro sedi divennero, tra i compagni, i più grandi ed efficaci propagandisti della bontà, della cordialità e affabilità del Papa".
Il
soggiorno nella zona di Bracciano fu tra i più sereni e i
più tranquilli del periodo di riposo.
I soldati lo ricordano ancora con piacere.
Anche il fronte era fermo, le operazioni belliche ridotte ad
attività di pattuglie e a duelli di artiglieria.