Giovane militare Gianni e Rodolfo Mitica Vespa: in gara Sempre avanti Birmania Radio Monte Grappa

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Prima della fine del corso Grandi Manovre con sparatoria ad un ipotetico nemico; per la verità quando mi capitò, più avanti, di sparare ad un vero nemico, constatai che alle Manovre non avevo capito nulla, solo il botto del cannone mi restò impresso.
Si era accampati in un capannone e si dormiva per terra e con poca paglia ma eri così stanco del lavoro giornaliero che non sentivi il duro pavimento.

Un giorno, mentre ero ad Altamura, passai davanti ad un cimitero e visitai parecchie tombe, ad un tratto mi trovai davanti ad un ritratto di una fanciulla posto sopra il bianco marmo della sua eterna dimora.
Appassionato di fotografia fui colpito dal volto di quella diciassettenne fanciulla morta nel fiore della vita; il suo volto, con un sorriso innocente e delicato, sembrava quello della Gioconda di Leonardo da Vinci, rimasi un pezzo ad ammirare la bellezza di quella povera creatura.
Ogni volta che passavo davanti alla sua tomba andavo ad ammirarla e pregavo per la sua anima.
Ritorno a Bari, esami e nel dicembre 1942 con il grado di sergente allievo ufficiale inviato a casa con licenza di 30 giorni.

Ai primi di gennaio 1943 ricevo ordine di presentarmi alla Scuola di Nocera Inferiore; con mia somma gioia assieme a me c’è, ancora una volta, l'amico e compaesano Beniamino. Vidi poco Nocera Inferiore, rimasi in quella cittadina 15 giorni e per otto sere fui consegnato in caserma.
Gianni allievo ufficiale Un ordine sciolse il Corso per dar modo ad altri allievi ufficiali, non più d’artiglieria, di sostituirci e noi fummo a gruppi, sparpagliati un pò per l’Italia in altri Corsi d’Artiglieria.
Una volta ancora noi due da Fanzolo ed i tre da Oderzo siamo nella stessa Caserma di Pesaro, che da come il militare veniva trattato la chiamavano "La Pensione Biocca" dal nome del Colonnello che la comandava.
Ottimo vitto, disciplina, ma non quella eccelsa che non serve a nulla per formare un buon soldato. Manovre con il traino dei pezzi a mano per non consumare benzina necessaria a chi è al fronte. Finale a Cagli per le grandi Esercitazioni.
Rientro a Pesaro e esami, su 210 allievi al corso mi piazzai quindicesimo.

Il 25 Luglio 1943 il Re Vittorio Emanuele III fa arrestare Benito Mussolini dopo che Dino Grandi il giorno prima nel Gran Consiglio Fascista aveva presentato una mozione di sfiducia al Duce dopo lo sbarco Anglo Americano in Sicilia, ed affida il governo a Badoglio.
Noi allievi ufficiali abbiamo terminato il Corso e siamo impiegati come guardie a depositi di prede belliche (cannoni e automezzi) o a palazzi in città.
Ai primi di Agosto in licenza con nomina a SottoTenente e devo presentarmi il 2 settembre a Lecce.
Il primo settembre parto da Padova verso le 23 e dopo parecchie ore di treno arrivo alle 12 del giorno dopo alla stazione di Foggia. Quì mi rendo conto cos’è la guerra e quali sono i suoi orrori.
La stazione è stata bombardata più volte, carri merci sventrati, vetture accavallate, vari tratti di rete ferroviaria completamente mancanti, crateri prodotti dalle bombe degli aerei americani un pò ovunque, ed il treno che lentamente entra in stazione facendo un tragitto a zig zag come normalmente fa un sciatore in una gara di slalom.

Ora capisco che andiamo incontro ad altra vita, ma la giovane età e l’amor patrio ti danno sempre un che di forza e di speranza. Pensai: "Caro Gianni qui comincia il bello, sono finiti i bei giorni, anche tu stai per entrare nel "caglierone" della battaglia".
Arrivo al pomeriggio a Lecce, trovo una stanza in affitto che divido con l’amico De Santis anche lui ufficiale di prima nomina.
Il 5 settembre 1943 giuramento: mano destra sopra una pistola, davanti al Colonnello Comandante leggo la rituale formula di fedeltà alla Patria.
Faccio amicizia con un capitano di Torino, professore delle scuole superiori, e tra i tanti discorsi mi racconta di aver trovato studentesse che gli suonavano il violino in modo magistrale.
Io ridevo e per non esser da meno alla sera facevo le ore piccole con una certa Antonia su un prato posto non lontano dalla Caserma.
Di fronte allo stabile dove ero alloggiato conosco una tenera fanciulla, Mariella, quattordicenne ma dal suo portamento sembrava avesse 17 anni. Spesso al pomeriggio l’accompagnavo ai giardini per esternarle amore e baci a profusione rispettando il suo candore.
La vita che trascorrevo a Lecce non era monotona anzi piena di suspense e di ore liete.
Constatai, dai discorsi di Mariella, che le ragazze del meridione erano molto più emancipate delle nostre settentrionali, me ne convinsi quando partito per il fronte, Mariella mi scriveva delle lettere che si e no sapeva scrivere una laureata.
Risposi due o tre volte poi col turbinio della guerra, che descriverò più avanti, preferii perderne le tracce, ma mi rimase in mente, per lungo tempo, il ricordo di quella cara ragazza.

L’8 settembre 1943, il Re d’Italia, Vittorio Emanuele III e il Maresciallo Pietro Badoglio, Capo del Governo, pongono fine alla guerra contro americani ed inglesi e nei giorni successivi insediato il nuovo governo a Brindisi, dispongono la cobelligeranza delle truppe italiane per combattere contro gli invasori tedeschi.
Si costituisce il 27 settembre 1943 il 1° Raggruppamento Motorizzato Italiano a soli 19 giorni dall’Armistizio.
Il 1° Raggruppamento si forma nella zona di San Pietro Vernotico (paese del celebre cantante Domenico Modugno) in provincia di Lecce, con reparti delle Divisioni Legnano, Mantova, Piceno e del Corpo d’Armata, circa 5000 uomini comandati dal generale Dapino.
Il 22 settembre 1943 sono trasferito in una Batteria assieme al s.Tenente De Santis, qui trovo il Tenente Annecchino Raffaele da Foggia. La mia nuova batteria non aveva il comandante, questi era andato in licenza a Torino, il proclama di Badoglio lo aveva bloccato al nord, mentre le truppe tedesche avevano posto il fronte di guerra sulla parte meridionale dell’Italia, quindi strade interrotte per il rientro.
La mia nuova batteria era composta da soldati anziani con parecchi anni di servizio. Un giorno Annecchino mi dice: "Trovati un attendente" e scelsi un fiorentino, Pini Cesare, intraprendente ed amante delle belle donne e dei piaceri femminili.

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